


ROSA - MOSCATO ROSA TRENTINO DOC 2023 VINO BIOLOGICO
Vitigno
Moscato Rosa su portainnesto SO4 (V. Berlandieri x V. Riparia), bacca rossa, spalliera potata a Guyot, con sesti d’impianto pari a m 2.00 x 1.00. Cinquemila vigne per ettaro. Un capo a frutto per vigna con un carico totale di 5/6 gemme .
La vite ha uno sviluppo vegetativo vigoroso che provoca uno squilibrio. Questo porta la vite a concentrarsi sulla produzione di foglie e germogli a discapito della produzione di uva. In questa fase si sviluppano tre ampelopatie, sia per lo squilibrio vegetativo , sia per la presenza di soli fiori femminili : la filatura del grappolo cioè la trasformazione del grappolo in viticcio, l’aborto floreale e l’acinellatura dolce ovvero il fiore non viene fecondato e non si sviluppa.
Questi fattori portano una drastica riduzione della produzione dell’uva. Nonostante le tecniche agronomiche mirate per ottenere uno sviluppo armonioso, la resa è circa 15 ai 18 quintali per ettaro di uva.
Terreno
Maso Nero: c.c. Lavis p.f. 3007, 3011 corpo tavolare centrale del Maso Nero altitudine 450 m con esposizione sud/ovest, con una pendenza del territorio pari al 47%. La forte pendenza favorisce un ottima aereazione e un altrettanta buona esposizione solare permettendo un sviluppo vegetativo ottimale.
E’ costituito da Dolomia con presenza quindi di carbonato di calcio e magnesio, con la presenza di venature di gesso. Estremamente scheletrico e povero permette un buon drenaggio e areazione favorendo lo sviluppo di radici profonde per la ricerca di acqua.
Vinificazione
L’uva in parte è lasciata appassire sulla pianta fino al mese di novembre l’altra parte viene raccolta e disposta su dei graticci per permettere la disidratazione naturale dell’acino. In cantina poi è pigiata e travasata in botti d’acciaio per eseguire la fermentazione alcolica in rosso.
Dopo circa sei giorni è svinato e raffreddato per arrestare il processo di fermentazione, garantendo così una interessante presenza di residuo zuccherino naturale. Non effettua la malolattica per mantenere integra tutta la sua acidità legata alla complessità degli splendidi profumi tipici del Moscato Rosa.
Affinamento
riposa fino a primavera in serbatoi d’acciaio per poi concedersi alla bottiglia.
Dati Analitici
alcol 11,5 % vol., acidità totale 5.2 g/l, estratto 30.9 g/l, residuo zuccherino 170 g/l
Colore
Rosso rubino intenso e brillante
Profumo
Aromatico , floreale, speziato con sentori di petali di rosa, rosa canina, spezie come la noce moscata.
Gusto
Fresco sentori di rosa , cannella e chiodi di garofano, avvolti in una delicata sensazione di dolcezza
Accostamenti gastronomici
Si accompagna con pasticceria secca, moderatamente dolce a base di frutti rossi
Abbinamento consigliato : Zelten Trentino, Strudel di mele della Val di Non , Treccia Mochena, ottimo con formaggi saporiti come gli erborinati o formaggi da polenta.
Temperatura di servizio:
8/10 °C
Cenni storci:
La sua origine non è stata determinata con certezza, ma è sicuramente confermato che Moscato Rosa del Trentino , Muškat Ruža Porečki (Moscato Rosa di Parenzo) e Rosenmuskateller sono sinonimi di questa varietà (MIHALJEVIC, 2020) Anche la varietà balcanica Tamjanika crna (letteralmente INCENSO NERO) è stata confermata geneticamente sinonimo di Moscato Rosa. (CLAUDIO D’ONOFRIO e alt. 2021)
Nel 19 secolo si parla questa varietà in Dalmazia ad oggi però ,”Non ci sono quasi più vini monovarietali commerciali prodotti in Dalmazia. ”(Dr. Irena Budic -Leto). Si ipotizzano anche dinastie dalla Serbia orientale, tutt’oggi coltivate (STOJANOVIC e TOSKIC 1948)
“Numerosi sinonimi stabiliti e confermati sono probabilmente il risultato di una migrazione di lunga data di varietà tramite rotte commerciali o migratorie. La direzione della migrazione è spesso difficile da dimostrare, quindi la loro origine esatta rimane una questione aperta.”
Un analisi molecolare evidenzia che il Moscato rosa del Trentino è uno dei numerosi discendenti del Moscato bianco (Crespan & Milani 2001). Oggi il Moscato rosa viene coltivata in circa di 7 ettari in Trentino Alto Adige e e meno di 10 ettari nel territorio della Repubblica di Croazia e qualche ettaro in Austria.
“In Trentino Alto Adige il vitigno si è diffuso solo in poche aziende, con barbatelle prodotte dall’Istituto sperimentale di San Michele all’Adige, analogamente a quanto è successo in Istria, dove invece il materiale impiantato proveniva da Parenzo. Ai tempi dell’Impero austroungarico, infatti, questi due istituti agrari intrattenevano intensi rapporti di scambio e collaborazione. I primi vini ottenuti da uve Rosenmuskateller furono presentati a una mostra di vini a Bolzano e nel 1905 anche l’Istituto sperimentale di San Michele presentò al pubblico il suo primo Moscato rosa del Trentino.”
A causa della sua piccola popolazione, la varietà è in pericolo di estinzione nella categoria vulnerabile e, fatta eccezione per l'Istria, non può essere trovata nelle piantagioni di produzione
Informazioni tratte da studi di FULVIO MATTIVI & IGOR LUKIC
Vitigno
Moscato Rosa su portainnesto SO4 (V. Berlandieri x V. Riparia), bacca rossa, spalliera potata a Guyot, con sesti d’impianto pari a m 2.00 x 1.00. Cinquemila vigne per ettaro. Un capo a frutto per vigna con un carico totale di 5/6 gemme .
La vite ha uno sviluppo vegetativo vigoroso che provoca uno squilibrio. Questo porta la vite a concentrarsi sulla produzione di foglie e germogli a discapito della produzione di uva. In questa fase si sviluppano tre ampelopatie, sia per lo squilibrio vegetativo , sia per la presenza di soli fiori femminili : la filatura del grappolo cioè la trasformazione del grappolo in viticcio, l’aborto floreale e l’acinellatura dolce ovvero il fiore non viene fecondato e non si sviluppa.
Questi fattori portano una drastica riduzione della produzione dell’uva. Nonostante le tecniche agronomiche mirate per ottenere uno sviluppo armonioso, la resa è circa 15 ai 18 quintali per ettaro di uva.
Terreno
Maso Nero: c.c. Lavis p.f. 3007, 3011 corpo tavolare centrale del Maso Nero altitudine 450 m con esposizione sud/ovest, con una pendenza del territorio pari al 47%. La forte pendenza favorisce un ottima aereazione e un altrettanta buona esposizione solare permettendo un sviluppo vegetativo ottimale.
E’ costituito da Dolomia con presenza quindi di carbonato di calcio e magnesio, con la presenza di venature di gesso. Estremamente scheletrico e povero permette un buon drenaggio e areazione favorendo lo sviluppo di radici profonde per la ricerca di acqua.
Vinificazione
L’uva in parte è lasciata appassire sulla pianta fino al mese di novembre l’altra parte viene raccolta e disposta su dei graticci per permettere la disidratazione naturale dell’acino. In cantina poi è pigiata e travasata in botti d’acciaio per eseguire la fermentazione alcolica in rosso.
Dopo circa sei giorni è svinato e raffreddato per arrestare il processo di fermentazione, garantendo così una interessante presenza di residuo zuccherino naturale. Non effettua la malolattica per mantenere integra tutta la sua acidità legata alla complessità degli splendidi profumi tipici del Moscato Rosa.
Affinamento
riposa fino a primavera in serbatoi d’acciaio per poi concedersi alla bottiglia.
Dati Analitici
alcol 11,5 % vol., acidità totale 5.2 g/l, estratto 30.9 g/l, residuo zuccherino 170 g/l
Colore
Rosso rubino intenso e brillante
Profumo
Aromatico , floreale, speziato con sentori di petali di rosa, rosa canina, spezie come la noce moscata.
Gusto
Fresco sentori di rosa , cannella e chiodi di garofano, avvolti in una delicata sensazione di dolcezza
Accostamenti gastronomici
Si accompagna con pasticceria secca, moderatamente dolce a base di frutti rossi
Abbinamento consigliato : Zelten Trentino, Strudel di mele della Val di Non , Treccia Mochena, ottimo con formaggi saporiti come gli erborinati o formaggi da polenta.
Temperatura di servizio:
8/10 °C
Cenni storci:
La sua origine non è stata determinata con certezza, ma è sicuramente confermato che Moscato Rosa del Trentino , Muškat Ruža Porečki (Moscato Rosa di Parenzo) e Rosenmuskateller sono sinonimi di questa varietà (MIHALJEVIC, 2020) Anche la varietà balcanica Tamjanika crna (letteralmente INCENSO NERO) è stata confermata geneticamente sinonimo di Moscato Rosa. (CLAUDIO D’ONOFRIO e alt. 2021)
Nel 19 secolo si parla questa varietà in Dalmazia ad oggi però ,”Non ci sono quasi più vini monovarietali commerciali prodotti in Dalmazia. ”(Dr. Irena Budic -Leto). Si ipotizzano anche dinastie dalla Serbia orientale, tutt’oggi coltivate (STOJANOVIC e TOSKIC 1948)
“Numerosi sinonimi stabiliti e confermati sono probabilmente il risultato di una migrazione di lunga data di varietà tramite rotte commerciali o migratorie. La direzione della migrazione è spesso difficile da dimostrare, quindi la loro origine esatta rimane una questione aperta.”
Un analisi molecolare evidenzia che il Moscato rosa del Trentino è uno dei numerosi discendenti del Moscato bianco (Crespan & Milani 2001). Oggi il Moscato rosa viene coltivata in circa di 7 ettari in Trentino Alto Adige e e meno di 10 ettari nel territorio della Repubblica di Croazia e qualche ettaro in Austria.
“In Trentino Alto Adige il vitigno si è diffuso solo in poche aziende, con barbatelle prodotte dall’Istituto sperimentale di San Michele all’Adige, analogamente a quanto è successo in Istria, dove invece il materiale impiantato proveniva da Parenzo. Ai tempi dell’Impero austroungarico, infatti, questi due istituti agrari intrattenevano intensi rapporti di scambio e collaborazione. I primi vini ottenuti da uve Rosenmuskateller furono presentati a una mostra di vini a Bolzano e nel 1905 anche l’Istituto sperimentale di San Michele presentò al pubblico il suo primo Moscato rosa del Trentino.”
A causa della sua piccola popolazione, la varietà è in pericolo di estinzione nella categoria vulnerabile e, fatta eccezione per l'Istria, non può essere trovata nelle piantagioni di produzione
Informazioni tratte da studi di FULVIO MATTIVI & IGOR LUKIC
Vitigno
Moscato Rosa su portainnesto SO4 (V. Berlandieri x V. Riparia), bacca rossa, spalliera potata a Guyot, con sesti d’impianto pari a m 2.00 x 1.00. Cinquemila vigne per ettaro. Un capo a frutto per vigna con un carico totale di 5/6 gemme .
La vite ha uno sviluppo vegetativo vigoroso che provoca uno squilibrio. Questo porta la vite a concentrarsi sulla produzione di foglie e germogli a discapito della produzione di uva. In questa fase si sviluppano tre ampelopatie, sia per lo squilibrio vegetativo , sia per la presenza di soli fiori femminili : la filatura del grappolo cioè la trasformazione del grappolo in viticcio, l’aborto floreale e l’acinellatura dolce ovvero il fiore non viene fecondato e non si sviluppa.
Questi fattori portano una drastica riduzione della produzione dell’uva. Nonostante le tecniche agronomiche mirate per ottenere uno sviluppo armonioso, la resa è circa 15 ai 18 quintali per ettaro di uva.
Terreno
Maso Nero: c.c. Lavis p.f. 3007, 3011 corpo tavolare centrale del Maso Nero altitudine 450 m con esposizione sud/ovest, con una pendenza del territorio pari al 47%. La forte pendenza favorisce un ottima aereazione e un altrettanta buona esposizione solare permettendo un sviluppo vegetativo ottimale.
E’ costituito da Dolomia con presenza quindi di carbonato di calcio e magnesio, con la presenza di venature di gesso. Estremamente scheletrico e povero permette un buon drenaggio e areazione favorendo lo sviluppo di radici profonde per la ricerca di acqua.
Vinificazione
L’uva in parte è lasciata appassire sulla pianta fino al mese di novembre l’altra parte viene raccolta e disposta su dei graticci per permettere la disidratazione naturale dell’acino. In cantina poi è pigiata e travasata in botti d’acciaio per eseguire la fermentazione alcolica in rosso.
Dopo circa sei giorni è svinato e raffreddato per arrestare il processo di fermentazione, garantendo così una interessante presenza di residuo zuccherino naturale. Non effettua la malolattica per mantenere integra tutta la sua acidità legata alla complessità degli splendidi profumi tipici del Moscato Rosa.
Affinamento
riposa fino a primavera in serbatoi d’acciaio per poi concedersi alla bottiglia.
Dati Analitici
alcol 11,5 % vol., acidità totale 5.2 g/l, estratto 30.9 g/l, residuo zuccherino 170 g/l
Colore
Rosso rubino intenso e brillante
Profumo
Aromatico , floreale, speziato con sentori di petali di rosa, rosa canina, spezie come la noce moscata.
Gusto
Fresco sentori di rosa , cannella e chiodi di garofano, avvolti in una delicata sensazione di dolcezza
Accostamenti gastronomici
Si accompagna con pasticceria secca, moderatamente dolce a base di frutti rossi
Abbinamento consigliato : Zelten Trentino, Strudel di mele della Val di Non , Treccia Mochena, ottimo con formaggi saporiti come gli erborinati o formaggi da polenta.
Temperatura di servizio:
8/10 °C
Cenni storci:
La sua origine non è stata determinata con certezza, ma è sicuramente confermato che Moscato Rosa del Trentino , Muškat Ruža Porečki (Moscato Rosa di Parenzo) e Rosenmuskateller sono sinonimi di questa varietà (MIHALJEVIC, 2020) Anche la varietà balcanica Tamjanika crna (letteralmente INCENSO NERO) è stata confermata geneticamente sinonimo di Moscato Rosa. (CLAUDIO D’ONOFRIO e alt. 2021)
Nel 19 secolo si parla questa varietà in Dalmazia ad oggi però ,”Non ci sono quasi più vini monovarietali commerciali prodotti in Dalmazia. ”(Dr. Irena Budic -Leto). Si ipotizzano anche dinastie dalla Serbia orientale, tutt’oggi coltivate (STOJANOVIC e TOSKIC 1948)
“Numerosi sinonimi stabiliti e confermati sono probabilmente il risultato di una migrazione di lunga data di varietà tramite rotte commerciali o migratorie. La direzione della migrazione è spesso difficile da dimostrare, quindi la loro origine esatta rimane una questione aperta.”
Un analisi molecolare evidenzia che il Moscato rosa del Trentino è uno dei numerosi discendenti del Moscato bianco (Crespan & Milani 2001). Oggi il Moscato rosa viene coltivata in circa di 7 ettari in Trentino Alto Adige e e meno di 10 ettari nel territorio della Repubblica di Croazia e qualche ettaro in Austria.
“In Trentino Alto Adige il vitigno si è diffuso solo in poche aziende, con barbatelle prodotte dall’Istituto sperimentale di San Michele all’Adige, analogamente a quanto è successo in Istria, dove invece il materiale impiantato proveniva da Parenzo. Ai tempi dell’Impero austroungarico, infatti, questi due istituti agrari intrattenevano intensi rapporti di scambio e collaborazione. I primi vini ottenuti da uve Rosenmuskateller furono presentati a una mostra di vini a Bolzano e nel 1905 anche l’Istituto sperimentale di San Michele presentò al pubblico il suo primo Moscato rosa del Trentino.”
A causa della sua piccola popolazione, la varietà è in pericolo di estinzione nella categoria vulnerabile e, fatta eccezione per l'Istria, non può essere trovata nelle piantagioni di produzione
Informazioni tratte da studi di FULVIO MATTIVI & IGOR LUKIC